Parent Coach*

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Falanica Greta

*legge 4/2013

*Certificazione riconosciuta dall'Associazione Italiana Coach

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Email: gretafalanica@gmail.com

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@copyright 2022

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Mia figlia è timida: Ho sbagliato qualcosa? 

Cosa posso fare per aiutarla?

Immagina questa scena: siete a una festa con amici e familiari.


I bambini corrono, ridono, giocano insieme con entusiasmo.
Tua figlia, invece, è lì, in disparte. Tranquilla. Osserva. Non corre, non partecipa, non si tuffa nel gioco.

 

Il punto di vista del genitore

 

In quel momento, potresti sentire salire l’ansia, il dubbio.
Chiederti perché non si unisca agli altri. Sentirti un po’ in imbarazzo, magari addirittura preoccupata:
“È troppo timida?”, “Forse si sente a disagio?”, “Dovrei intervenire?”, “Ho sbagliato qualcosa?”.

 

Il confronto con gli altri bambini, più espansivi o più attivi, può facilmente alimentare la convinzione che tua figlia “dovrebbe essere diversa”, più aperta, più intraprendente.

 

Ma proviamo, per un attimo, a cambiare prospettiva.

 

Il punto di vista della bambina

 

Oggi siamo andati a una festa.
C’erano tanti bambini, tutti insieme. Li guardavo mentre correvano e ridevano, ma io non sentivo il bisogno di fare lo stesso.
Mi piaceva osservare. Stavo bene così.
Poi ho visto che la mamma mi guardava, sembrava un po’ preoccupata.
Forse voleva che andassi a giocare.
Allora mi sono chiesta se ci fosse qualcosa che non andava in me.
Ma io stavo bene lì.

 

Ogni bambino interagisce con tempi e modalità differenti. Non c'è un modo migliore e uno peggiore.

 

Può capitare di interpretare come timidezza o disagio, semplicemente un modo diverso di vivere la socialità.

Alcuni bambini hanno bisogno di più tempo per ambientarsi, per osservare prima di buttarsi nel gioco.
Altri preferiscono restare per un po’ ai margini, senza sentirsi soli o tristi, ma solo in ascolto del proprio ritmo interno.

 

La nostra società tende a valorizzare molto l’estroversione, l’adattamento rapido, l’iniziativa.
Ma crescere sereni significa anche imparare a rispettare i propri tempi e sentirsi accettati per come si è.

 

Cosa possiamo fare noi adulti per aiutarli?

 

✨ Accogliere e validare il modo in cui nostro figlio o nostra figlia vive una situazione sociale.
✨ Evitare etichette come “è timida” o “non vuole mai giocare”, perché sono messaggi che, anche se involontari, restano.
✨ Trasmettere sicurezza anche nel non fare. Anche nell’osservare. Anche nel restare nel proprio spazio.

Perché non c’è nulla di sbagliato nel voler stare un po’ da soli o nel prendersi il tempo per capire se si ha davvero voglia di partecipare.

 

Quando un bambino si sente accettato senza pressioni, si sente anche libero di esprimersi.
E se un giorno vorrà unirsi agli altri, lo farà con serenità, e non per compiacere o soddisfare le aspettative di qualcuno.

 

Ogni bambino è un piccolo universo, con i suoi tempi, i suoi silenzi, le sue osservazioni attente, il suo modo personale di entrare in relazione con il mondo.

 

Ed è dal sentirsi visti e accettati, che nascono e si creano le basi per crescere sicuri e liberi di fiorire al proprio ritmo.

 

Con cura,

Greta